La
parola di oggi è “ancora”.
ancora
1 [àn-co-ra] s.f.
- 1 mar. Elemento in ferro o acciaio, proprio dell'attrezzatura di un'imbarcazione, atto a trattenerla alla fonda, costituito da un'asta (fuso) collegata a due o più bracci, terminanti con punte (marre) che fanno presa sul fondale: levare, salpare, gettare l'a. || fig. a. di salvezza, si dice di persona o di cosa a cui si fa ricorso in caso di necessità
- 2 elettr. Elemento di ferro dolce che comandato da un elettromagnete determina l'apertura o chiusura di un circuito elettrico
- 3 mecc. Nei moderni orologi, parte dello scappamento che per la forma ricorda un'ancora
- • dim. ancoretta
- • sec. XIII
8
dicembre 2017
Ogni
anno in casa nostra si fa l'albero di Natale. Data in cui “noi”
entriamo nel Natale. Si recupera la scatolona con dentro: albero
“finto” da addobbare, le luci, le palline dorate più moderne e
quelle colorate “vintage”, gli addobbi creati dai nostri figli
durante gli anni di asilo ed elementari, le strisce stra-luccicose
d'oro argento blu rosse.
Insieme
facciamo il nostro albero che ci godremo acceso tutto il tempo fino
al 6 gennaio.
Ridiamo,
parliamo, ci divertiamo e ascoltiamo musica.
Verrebe
da pensare a canzoni natalizie in sottofondo e invece no...noi come
sottofondo mettiamo i Guns N'Roses. Si proprio quel gruppo scatenato
di hard rock!
Abbiamo
le cassette (chi se le ricorda?), sono un po' datate ma volentieri
alziamo il volume e io e mio marito cantiamo!
All'improvviso
inizia la canzone “Patience”.
E
io mi blocco. Sono completamente trasportata e mi sento come
“strappata” e con forza riportata a quasi 25 anni prima.
Il
mio cuore comincia a battere forte e tento con ogni sforzo di non
piangere ma non riesco e davanti ai miei figlie e mio marito piango a
dirotto senza apparente motivo e senza un nesso logico. Non riesco a
smettere, tento anche di trattenermi ma poi mi lascio andare, devo
buttare fuori “quello strappo” improvviso e incontrollabile ma
piacevole.
Di
colpo ritorno agli occhi pieni di passione e amore, di colpo torno
alla vita più facile più ingenua più leggera più spensierata ma
sprattutto più incosapelvole.
Di
colpo torno a quando non sapevo nemmeno cosa fosse un cancro, un
dolore grande, torno a quando non sapevo nemmeno cosa fosse l'ansia,
l'asma, il crollo delle mie certezze, il crollo del mio essere
immortale.
Di
colpo il mio interno torna ad essere la ragazzina che ero e di colpo
prepotente sento il desiderio fortissimo di essere davvero là per
poter ri-scrivere tutto, per poter ri-essere diversa, per poter
ri-dire, per poter ri-fare.
Ho
sentito che queste si chiamano “ancore”.
Come
l'ancora della barca. Si butta in mare e lei va giù giù fino a non
vedersi e si aggrappa al fondo. Questo fondo noi a volte non sappiamo
nemmeno di averlo ma è sufficiente un profumo, un suono, un
qualcosa, una canzone, una frase, per farcelo rivedere e risentire
dentro. E io quella sera l'ho sentito tantissimo e fortissimo e
ricordo che quella era una canzone che io e mio marito ascoltavamo
sempre e ci piaceva un sacco e ha segnato per me un bel pezzo di
vita.
E
così mi sono fatta il mio bel quarto d'ora di pianto sfrenato ma
alla fine sono riuscita a liberarmi di quel forte desiderio di
tornare indietro. Perchè? Perchè dovrei desiderare di tornare
indietro? Perchè dovrei ritornare ad essere quella inconsapevole
della mia vita? Perchè dovrei tornare a dover fare piuttosto che
scegliere di fare? Perchè dovrei tornare ad osservare piuttosto che
farmi osservare? E potrei proseguire alla lunga con questi perchè.
La
vita deve andare avanti. Non si deve mai guardare indietro perchè
noi siamo ciò che prosegue, che deve “evolvere in avanti”. Noi
siamo ciò che dobbiamo amare profondamente per andare avanti. Noi
siamo ciò che gli altri non devono plasmare o costruire o convincere
o obbligare o ingannare o a cui mentire. Noi dobbiamo essere noi e
basta, autentici senza essere presi dalla paura. La paura non esiste.
Per
una cosa devo essere onesta.
Una
piccola parte di me vorrebbe tornare indietro a quando non sapeva
nemmeno cosa fosse il cancro. Quella ogni tanto si fa sentire.
Si
fa sentire quando sono troppo stanca, si fa sentire quando devo
ricordarmi la pastiglia, si fa sentire quando un'amica mi chiede di
andare a fare una sauna ma io non posso, si fa sentire ogni volta che
devo scegliere un reggiseno (ad esempio) o una maglia non troppo
stretta perchè “si nota”, si fa sentire quando devo discutere
per prenotare una visita entro sei mesi e mi dicono che non c'è
posto, si fa sentire quando ricevo un pacco natalizio ma devo farmi
aiutare perchè pesante e con la sinistra non riesco a portarlo, si
fa sentire quando dico ai miei figli di accoccolarsi a me solo sulla
parte sinistra, si fa sentire quando non riesco addormentarmi perchè
mi fa male il braccio o quando cambia il tempo...insomma ste
particina è li che ogni tanto sbuca.
MA
un'altra piccola parte di me è li pronta che dice: “è successo,
basta. L'hai affrontato? Si, basta, porta pazienza, guarda avanti e
basta. Ora la tua vita è tua, basta, ecc. ” e per fortuna questa è
molto più forte e vince sempre.
E
così anche per quest'anno l'albero di Natale è stato fatto bello e
luccicante. Buon natale.
Auguro
a tutti un felice e sereno 2018 con tanti bei “fatto”.
Tutto
questo secondo me. Frensi

Commenti
Posta un commento